Dossier: L'incubo della fototessera
Sicuramente avete tutti ben presenti le macchinette per fare le fototessere, ovvero quelle buffe cabine che adornano alcuni marciapiedi delle vostre città. Di certo conoscete bene questi macchinari poiché ve ne sarete serviti spesso nella vostra vita. Vi siete infatti rivolti a questi "dispensatori di fotografie" ogni qualvolta vi sarà capitato di fare un documento, una tessera o un qualunque attestato di riconoscimento. Ma sono sicuro che la cosa non è sempre stata facile. Vediamo perché.
L'approccio con la diabolica macchinetta per le fototessere è fin da subito problematico. Spostate la tendina, entrate e vi si richiede di ruotare il seggiolino in modo da posizionarvi correttamente per lo scatto. L'unico riferimento a vostra disposizione è la testa disegnata alla vostra destra e una targhetta che indica l'altezza degli occhi, posta di fronte a voi. Se seguite correttamente le indicazioni sulla posizione siete certi di ottenere un'inquadratura tanto bassa che sembrerete seduti per terra. Inoltre non potete contare su altri riferimenti visivi, in quanto di fronte a voi non c'è uno specchio ma una lastra di vetro scarsamente riflettente, dietro cui si trovano i quattro obiettivi. Insomma, un pessimo risultato è quasi garantito. Ma non è finita qui.
Per funzionare la macchinetta ha bisogno di ben 3 euro per una fototessera composta da quattro piccole fotografie, oppure 2 euro per un ritratto singolo, grande quanto le quattro fototessere messe insieme. Il fatto è che la macchinetta accetta soltanto monete da 50 centesimi oppure da 1 o 2 euro. Oh sì, in effetti è possibile pagare anche con banconote, peccato però che il dispositivo non dia il resto. Naturalmente, quando avete bisogno delle monete che normalmente riempiono le vostre tasche non ne trovate neanche una (e si inizia con le imprecazioni!). Quindi inserite la banconota di minore taglio che avete con voi (sapendo che quelle saranno le fotografie più costose che mai pagherete in vita vostra) e procedete. All'inserimento della somma, la famigerata macchinetta vi chiede di scegliere tra fototessera e ritratto, e fin qui state ancora più o meno tranquilli. Ma nell'esatto momento in cui effettuate la scelta, all'improvviso parte un rapido quanto breve conto alla rovescia, mentre una voce registrata vi intima di mettervi in posa e di restare fermi.
In quei brevi istanti, di fronte alla fredda lastra di vetro, siete lì che pensate "sorrido?", "non sorrido?", "sorrido?", "non sorrido?", "sorrido?", "non sorrido?" e, mentre cambiate freneticamente espressione per venire bene in foto, il flash vi abbaglia cogliendovi di sorpresa, tanto che nei cinque minuti successivi sarete ancora lì a pensare "ma alla fine stavo sorridendo o no?" e si insinua in voi la certezza che i vostri occhi fossero chiusi al momento dello scatto. Questo vi riporta alla mente quanto avete pagato quel primo scatto e quanto ancora vi costerà ripeterlo, nel caso i vostri timori siano fondati. Mentre restate lì imbambolati ad aspettare chissà cosa per alcuni lunghissimi istanti, finalmente la voce registrata vi avverte che potete uscire all'esterno per aspettare che la foto sia pronta. L'attesa sarà lunga (circa 5 minuti), ma vi sembrerà lunghissima, con voi che guardate in cagnesco eventuali altri avventori poiché temete che l'inizio di una nuova sessione di foto potrebbe causare un guasto alla macchina, o comunque cancellare le vostre fototessere vanificando ogni vostro sforzo. Dopo qualche patimento le foto saranno infine "sputate" dal distributore e asciugate seduta stante da un getto di aria calda. Ovviamente le foto non saranno del tutto asciutte e in breve si copriranno di polvere, peli, fuligine e quanto di solito viene trasportato dal vento e non servirà a nulla chiudere le foto in un libro "per non farle rovinare": una volta giunti a destinazione scoprirete che libro e fotografie avranno formato un unicum indivisibile ed ogni tentativo di separazione danneggerà sia il libro sia le foto.
Alla fine, tutto questo strazio non servirà ad altro se non ad ottenere un poker di foto orrende, di cui vergognarvi ogni volta che mostrerete il documento su cui ciascuna di esse sarà incollata e dove, in molti casi, risulterete addirittura irriconoscibili. Vi aspettano dunque i consueti lunghi momenti di imbarazzo, all'esame del passaporto da parte di un pubblico ufficiale che palesemente non vi riconosce sulla foto, durante cui vi sentirete praticamente dei ricercati che tentano di espatriare per sfuggire a chissà quale condanna.
Visto che su quattro foto ne occorrono di solito due, quelle inutilizzate andranno poi nascoste con cura nel recesso più profondo del cassetto che non aprite mai, così potrete dimenticare presto l'esperienza.
Questo succede praticamente a tutti, quindi consolatevi pensando al detto "mal comune, mezzo gaudio", in questo caso quantomai appropriato. In alternativa rivolgetevi ad un fotografo professionista, tenendo però presente che quattro fototessere scattate in uno studio fotografico, per quanto quasi sempre ben realizzate, vi costeranno un bel po' più di quelle della macchinetta!
[Post ispirato da una conversazione con Evyna]
13 Commenti:
fortuna che non hai pubblicato anche le mie foto... sembro una minacciata di morte col ghigno sadico... macchinetta infernale!!!!
Delusa dalle macchinette, sono ricorsa ai aservizi di un fotografo professionista. Si è tenuto quella decente e a me ha smollato tutte le altre.
Ora "ghe pensi mi".
Divertentissimo Diego:-) Belle faccine, io di solito mi vedo come in giorno da giudizio universale..
Il trucco e' beccare quelle macchinette, di cui nn ricordo la marca, che ti sparano addosso moolta luce e tutto sembra bello, pulito e con colori pastello, e l'assenza di ombre profonde ti da' una certa fotogenia (e qui torno alla famosa teoria che luce e posizione "fanno" la foto, che uno sia cozza/o o no); ne ho una fatta qualche anno fa, e tutti mi chiedono se e' una foto pubblicitaria tanto e' carina..
SI
Se ti ricordi la marca delle macchinette che ti fanno venire bene in foto direi che devi assolutamente segnalarcela: io personalmente non ne ho mai viste (e men che mai utilizzate)...
Si, ti prego, DIMMI LA MARCA DI QUELLE MACCHINETTE!!!!
:-)
è vero!! posso confermare che quel tipo di macchinette fa delle foto bellissime, perché anche a me è capitato di utilizzarne una (per la cronaca, era posizionata all'interno della fermata Metro Piazza Bologna)! sembravo una fotomodella...mi piangeva il cuore quando ho dovuto usare tutte le fotine per vari documenti...
Confessa: sei andata a farti le foto col santino USB in tasca!!! ;-)
porca paletta! io le ho fatte alla macchinetta poco distante dalla metro! ho beccato proprio quella "scrausa" :-(
Se però avevi il santino non vale mica!!!!
PER TUTTI LE MACCHINETTE DI CUI PARLATE VOI (CHE FANNO LE FOTO BENE) SONO QUELLE DIGITALI (DI SOLITO BLU) O ARANCIONI COME IN METRO A ROMA..E PUOI POERFINO FARE TRE FOTO E SCEGLIERE DI STAMPARE SOLO QUELLA MIGLIORE..SI SONO FATTI FURBI (O HANNO CAPITO CHE NON POSSONO TRATTARCI COSì..) SCGELIETE VOI..
arrivo un pò in ritardo ma arrivo
tecnologici come siete usate ancora le macchinette delle stazioni? io uso la digitale e lamia me la sono fatta da solo tenendo il braccio sinistro teso:)
il risultato è ottimo diciamo per la questione tecnica la faccia è quella che è...... cmq ho fatto fototessera a tutti in famiglia e non solo ho persino tolto un brufolo con paint:)
che ridere. :D
ma vi rendete conto che una fototessera dura decenni con tutti i soldi che si buttano via
risparmiare su una foto mi sembra ridicolo
www,fotopasca.it vi risolve il problema
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