histats Il dottor StranoWeb: novembre 2005

mercoledì 30 novembre 2005

Il coniglio teledipendente

Come forse sapete io possiedo un animale domestico. Attenzione: non un cane o un gatto come tutte le persone "normali", ma un coniglio nano. Anzi, per la precisione una coniglietta bianca, di nome Sofia, alla quale ho sempre dato molta attenzione, tanto che in alcuni atteggiamenti è alquanto "umanizzata". Per motivi logistici (causa lavori in casa) la gabbia di Sofia è stata temporaneamente spostata dalla sua stanza abituale, che si trova esattamente al centro della casa e da cui la curiosissima Sofia osserva e studia tutto ciò che avviene in casa. Come dicevo, la gabbia della coniglietta (un "catafalco" di ben 100 x 50 x 45 cm) è stata spostata nel salotto, dove si trova la televisione.
Da piccola Sofia nutriva un forte interesse per la TV. Adorava infatti il televisore analogico 14" che possedevo all'epoca e soleva sdraiarsi ai piedi del suo supporto e dare un'occhiata ogni tanto. Spesso però era colpita da alcuni programmi, tanto da rimanere letteralmente "incollata" allo schermo se veniva trasmesso qualcosa di molto movimentato come, ad esempio, balletti molto coreografici oppure pubblicità o programmi in cui si faceva un uso massiccio di cambi di illuminazione o musica molto ritmata. Tale abitudine però è cessata con l'acquisto del mio attuale televisore, un 28 pollici digitale a 100 Hertz. Non ne ho mai capito bene il motivo, ma la piccola Sofia non ha mai gradito il nuovo TV color digitale e per molto tempo non lo ha neanche degnato di uno sguardo. Almeno finché non è andata ad "abitare" nella stessa stanza in cui si trova l'elettrodomestico in questione.
Da quando infatti ho trasferito la coniglietta in salotto, la TV ha ricominciato a catturare la sua attenzione. Questa volta, però, Sofia sembra interessata ad un altro genere di programmi. In particolare l'ho "sorpresa" a guardare con attenzione, e senza distogliere lo sguardo, alcuni spot pubblicitari (in special modo adora quella dei divani Flou, tutta basata sull'uso del colore rosso) e altri programmi per me assolutamente inguardabili, quali Buona Domenica (nella foto potete vedere Sofia interessatissima ad una conversazione tra Enrico Brignano e Maurizio Costanzo), Elisa di Rivombrosa e roba simile.
Insomma, a voi sembra un coniglio normale? A me sinceramente no.

martedì 29 novembre 2005

Intel Surfboard: il Tablet PC nella tavola da surf

Con questa curiosa invenzione della Intel, il termine Websurfing assume un significato più letterale. Per promuovere il processore Centrino presso tipi e tipe da spiaggia, surfisti e ogni tipologia di frequentatori di litorali marittimi Intel, la celebre azienda produttrice di chip al silicio, processori e CPU per computer ha realizzato una tavola da surf che integra un Tablet PC. La tavola è alimentata mediante energia solare ed è in grado di inviare e-mail, catturare filmati e video grazie ad una Web cam incorporata e, naturalmente, navigare in Internet, il tutto grazie alla connettività Wi-Fi integrata. L'immediatezza d'uso è massima, anche se non so quanto un surfista voglia davvero navigare sul Web stando in acqua. Però è possibile usare la tavola anche all'asciutto e secondo me è da premiare anche l'idea dell'alimentazione ad energia solare, che consente di avere energia pulita sempre disponibile per usare la Intel Surfboard come Tablet PC ma senza inquinare, così come la scelta della connettività wireless Wi-Fi, per navigare senza fili sempre e dovunque sia disponibile un hot spot. Chi tiene un blog sul surf o sugli sport estremi potrebbe postare foto e filmati catturati quasi in tempo reale stando in equilibrio sulla cresta dell'onda.
Spero solo che alla Intel si siano ricordati di rendere il tutto impermeabile!
[Fonte: travelizmo via Corriere della Fantascienza - Segnalato da Zoon]

lunedì 28 novembre 2005

What do they smoke in Cambridge?

Ricordate il post in cui abbiamo parlato delle ricerche linguistiche condotte dall’Università di Cambridge, anzi, in cui amibabo prtalao dlele rcehirce linstucgihie cntootde dlal'Urvnsiietà di Carbgmdie? Nel caso vi fosse sfuggito, eccolo qui. In realtà quello era semplicemente un gioco, originato però da ricerche reali, condotte non a Cambridge (ovvero né a Cambridge in Inghilterra, sede dell’omonima università, né a Cambridge in Massachusetts, USA, sede dell’università di Harvard), ma da studiosi di altri atenei, ovvero Kourosh Saberi della University of California, Irvine e David R. Perrott della California State University, Los Angeles, i cui lavori sono stati citati anche in un articolo di D. W. Massaro della University of California Santa Cruz risalente al 1999.
All’argomento è stato però dedicato molto spazio su Internet. In particolare sono riuscito a rintracciare ben due versioni originali del testo riportato dal mio post precedente:

1.
Aoccdrnig to a rscheearch at Cmabrigde Uinervtisy, it deosn't mttaer in waht oredr the ltteers in a wrod are, the olny iprmoetnt tihng is taht the frist and lsat ltteer be at the rghit pclae. The rset can be a toatl mses and you can sitll raed it wouthit porbelm. Tihs is bcuseae the huamn mnid deos not raed ervey lteter by istlef, but the wrod as a wlohe.

2.
Aoccdrnig to a rscheearch at an Elingsh uinervtisy, it deosn't mttaer in waht oredr the ltteers in a wrod are, the olny iprmoetnt tihng is taht frist and lsat ltteer is at the rghit pclae. The rset can be a toatl mses and you can sitll raed it wouthit porbelm. Tihs is bcuseae we do not raed ervey lteter by it slef but the wrod as a wlohe. ceehiro.

La diffusione di questo testo “scombinato” ha spinto Matt Davis, un vero ricercatore dell’Università di Cambridge (GB) specializzato nei campi della neuroscienza cognitiva e della psicolinguistica, a raccoglierne presso il suo sito Web le diverse versioni circolate in altre lingue.

Infine, sulla falsariga di questo diffuso gioco telematico, Stephen E. Sachs ha realizzato uno script CGI (battezzato, The Jumbler, "l'ammucchiatore") che consente di ottenere lo stesso effetto “scombinando”, o meglio "ammucchiando", qualunque testo inserirete nell’apposito campo.

domenica 27 novembre 2005

Grandi momenti nello sport (4)

Un'ottima azione su schema da calcio piazzato... beh, dove fosse "piazzato" potete vederlo da soli ;-)

sabato 26 novembre 2005

Divieto di parcheggio

Le cose è meglio dirle gentilmente (almeno ai turisti stranieri)!
Il cartello riporta infatti la scritta "For tourist: no parking here please. Per tutti l'altri: avete rotto er cazzo. Sunday aperto"
[Fotografato a Roma]

venerdì 25 novembre 2005

Qual è la tua estensione di file?

Questo post, alquanto frivolo, è dedicato a chi ha una certa dimestichezza con la lingua inglese. La conoscenza dell'inglese è infatti necessaria allo svolgimento dell'Extension Quiz, un quiz del tutto inutile ideato dal sito BBspot che promette di scoprire quale estensione di file sia maggiormente assimilabile alla nostra personalità. Personalmente ho scoperto di essere un .inf, ovvero uno da cui dipenderebbero in parecchi (o un rompiscatole, a seconda dei punti di vista). E questo è il risultato con la descrizione della mia (supposta) personalità:

giovedì 24 novembre 2005

Un soldino per Mamme Domani

Cari amici e lettori di questo blog, questa è una comunicazione di servizio per una giusta causa, per cui non me ne vogliate. Mamme Domani, il portale dedicato alla gravidanza e uno dei nostri "siti amichetti" (riprendendo una simpatica espressione dell'amico Dottor Kurando), anzi in questo caso direi addirittura "molto amichetti", è stato candidato al Premio Web Italia. Dopo aver passato le selezioni iniziali, Mamme Domani è attualmente al quarto posto della classifica provvisoria della sua categoria (Scienze, Scuola, No Profit), di cui fanno parte degli agguerritissimi concorrenti. Purtroppo il voto si effettua soltanto tramite telefono e non via Web, quindi se volete dare una mano anche voi a far salire in classifica questo utile portale e avete un soldino che vi avanza, vi invito ad alzare la cornetta e a votare seguendo le istruzioni qui sotto (faccio un copia-incolla dal comunicato ufficiale di Mamme Domani):

(...) Intanto ringrazio chi ha già votato e chi ci voterà! Il tempo stringe e abbiamo già la classifica provvisoria... quindi se volete votare fatelo il prima possibile!
Vi ricordo che per farlo basta chiamare il numero 899-888-809 (con il cellulare al costo di 1 € in totale mentre per telefono fisso 1,80 € al minuto): scegliete il VOTO PER CATEGORIA e, quando vi viene richiesto il codice, digitate 550072.
Grazie ancora per il vostro sostegno!

Insomma, come avete visto, si tratta di una piccola spesa (un euro è praticamente il prezzo di un caffè), però chi vorrà votare saprà di averlo fatto per una buona causa. Per maggiori informazioni cliccate pure qui.
Allora, buon voto e un grazie a nome di Mamme Domani.

Occio, Pinoccio!

Arnhem, Olanda. A quanto pare nei Paesi Bassi Pinocchio, il noto personaggio di Collodi, può diventare "Pinoccio": lo sapevate? Chissà poi come lo pronunciano...
Quello che vedete nella foto è un ritaglio di giornale contenente la pubblicità del Restaurant Pinoccio, appunto ristorante italiano (sic!) di Arnhem.

Aggiornamento: L'amico Muttley, il nostro esperto di "cose olandesi", mi ha esposto una sua teoria. Innanzitutto, in realtà Pinocchio in olandese si scrive con la K, ovvero "Pinokkio", quindi secondo lui il proprietario del ristorante (sicuramente non italiano) ha voluto "fare lo splendido" ma invece ha toppato clamorosamente. Muttley mi ha inoltre fatto presente che in Olanda la maggior parte delle pizzerie sono gestite da turchi quindi, citiamo come riprova anche la presenza nel menu della "Pizza Shoarma" (ovvero pizza con la carne sopra, a mo' di Shawarma/Shawerma/Swarma, la celebre pietanza tipicamente mediorientale o nordafricana), tutto farebbe pensare ad un finto ristorante italiano gestito però da turchi. La cosa non deve sorprendere in quanto la base tipica della pizza è in realtà un prodotto tipico di tutto il mediterraneo (non a caso in Italia i pizzaioli sono ormai per la maggior parte egiziani) e il Lahmacun, ovvero la pizza turca, anche detto "Turkse Pizza" è buonissimo.

mercoledì 23 novembre 2005

USB Saint: il santino USB

La mostra dell'anno 2005 della produzione degli studenti del Royal College of Art, intitolata Like Nowhere Else ("come in nessun altro posto"), comprende un oggetto alquanto curioso: USB Saint, ovvero il santino USB. Si tratta di una vera e propria chiavetta USB, dalla forma di una piccola statuina della Madonna. Non si tratta di un oggetto reperibile in vendita ma è la creazione originale di un meritevole studente, Luis Eslava Aloy, che così descrive la sua creazione:

"Il computer come nuova religione. I computer come entità da adorare. Noi abbiamo fede nei computer senza conoscerne il funzionamento.
Ti prego, tieni al sicuro i miei dati! - voi inserite la vostra "Santa Maria Vergine USB" nel computer e sperate per il meglio. Per la maggior parte della gente i computer sono ancora un grande mistero. Sembra che tuttora una parte significativa di essi sia governata da leggi che non siamo in grado di prevedere. Anche se non sono un credente, ogni qualvolta il mio computer si inceppa o viene attaccato da un virus, finisco ad implorare un essere superiore affinché protegga i dati che contiene".


Il punto di vista di Eslava Aloy è certamente interessante. Che dite, il ragazzo farà strada? Intanto, cliccate qui per leggere il curriculum vitae dell'autore, e qui per vedere le altre opere esposte nella mostra Like Nowhere Else.
[Segnalato da BDB]

martedì 22 novembre 2005

Dossier: L'incubo della fototessera

Sicuramente avete tutti ben presenti le macchinette per fare le fototessere, ovvero quelle buffe cabine che adornano alcuni marciapiedi delle vostre città. Di certo conoscete bene questi macchinari poiché ve ne sarete serviti spesso nella vostra vita. Vi siete infatti rivolti a questi "dispensatori di fotografie" ogni qualvolta vi sarà capitato di fare un documento, una tessera o un qualunque attestato di riconoscimento. Ma sono sicuro che la cosa non è sempre stata facile. Vediamo perché.
L'approccio con la diabolica macchinetta per le fototessere è fin da subito problematico. Spostate la tendina, entrate e vi si richiede di ruotare il seggiolino in modo da posizionarvi correttamente per lo scatto. L'unico riferimento a vostra disposizione è la testa disegnata alla vostra destra e una targhetta che indica l'altezza degli occhi, posta di fronte a voi. Se seguite correttamente le indicazioni sulla posizione siete certi di ottenere un'inquadratura tanto bassa che sembrerete seduti per terra. Inoltre non potete contare su altri riferimenti visivi, in quanto di fronte a voi non c'è uno specchio ma una lastra di vetro scarsamente riflettente, dietro cui si trovano i quattro obiettivi. Insomma, un pessimo risultato è quasi garantito. Ma non è finita qui.
Per funzionare la macchinetta ha bisogno di ben 3 euro per una fototessera composta da quattro piccole fotografie, oppure 2 euro per un ritratto singolo, grande quanto le quattro fototessere messe insieme. Il fatto è che la macchinetta accetta soltanto monete da 50 centesimi oppure da 1 o 2 euro. Oh sì, in effetti è possibile pagare anche con banconote, peccato però che il dispositivo non dia il resto. Naturalmente, quando avete bisogno delle monete che normalmente riempiono le vostre tasche non ne trovate neanche una (e si inizia con le imprecazioni!). Quindi inserite la banconota di minore taglio che avete con voi (sapendo che quelle saranno le fotografie più costose che mai pagherete in vita vostra) e procedete. All'inserimento della somma, la famigerata macchinetta vi chiede di scegliere tra fototessera e ritratto, e fin qui state ancora più o meno tranquilli. Ma nell'esatto momento in cui effettuate la scelta, all'improvviso parte un rapido quanto breve conto alla rovescia, mentre una voce registrata vi intima di mettervi in posa e di restare fermi.
In quei brevi istanti, di fronte alla fredda lastra di vetro, siete lì che pensate "sorrido?", "non sorrido?", "sorrido?", "non sorrido?", "sorrido?", "non sorrido?" e, mentre cambiate freneticamente espressione per venire bene in foto, il flash vi abbaglia cogliendovi di sorpresa, tanto che nei cinque minuti successivi sarete ancora lì a pensare "ma alla fine stavo sorridendo o no?" e si insinua in voi la certezza che i vostri occhi fossero chiusi al momento dello scatto. Questo vi riporta alla mente quanto avete pagato quel primo scatto e quanto ancora vi costerà ripeterlo, nel caso i vostri timori siano fondati. Mentre restate lì imbambolati ad aspettare chissà cosa per alcuni lunghissimi istanti, finalmente la voce registrata vi avverte che potete uscire all'esterno per aspettare che la foto sia pronta. L'attesa sarà lunga (circa 5 minuti), ma vi sembrerà lunghissima, con voi che guardate in cagnesco eventuali altri avventori poiché temete che l'inizio di una nuova sessione di foto potrebbe causare un guasto alla macchina, o comunque cancellare le vostre fototessere vanificando ogni vostro sforzo. Dopo qualche patimento le foto saranno infine "sputate" dal distributore e asciugate seduta stante da un getto di aria calda. Ovviamente le foto non saranno del tutto asciutte e in breve si copriranno di polvere, peli, fuligine e quanto di solito viene trasportato dal vento e non servirà a nulla chiudere le foto in un libro "per non farle rovinare": una volta giunti a destinazione scoprirete che libro e fotografie avranno formato un unicum indivisibile ed ogni tentativo di separazione danneggerà sia il libro sia le foto.
Alla fine, tutto questo strazio non servirà ad altro se non ad ottenere un poker di foto orrende, di cui vergognarvi ogni volta che mostrerete il documento su cui ciascuna di esse sarà incollata e dove, in molti casi, risulterete addirittura irriconoscibili. Vi aspettano dunque i consueti lunghi momenti di imbarazzo, all'esame del passaporto da parte di un pubblico ufficiale che palesemente non vi riconosce sulla foto, durante cui vi sentirete praticamente dei ricercati che tentano di espatriare per sfuggire a chissà quale condanna.
Visto che su quattro foto ne occorrono di solito due, quelle inutilizzate andranno poi nascoste con cura nel recesso più profondo del cassetto che non aprite mai, così potrete dimenticare presto l'esperienza.
Questo succede praticamente a tutti, quindi consolatevi pensando al detto "mal comune, mezzo gaudio", in questo caso quantomai appropriato. In alternativa rivolgetevi ad un fotografo professionista, tenendo però presente che quattro fototessere scattate in uno studio fotografico, per quanto quasi sempre ben realizzate, vi costeranno un bel po' più di quelle della macchinetta!
[Post ispirato da una conversazione con Evyna]

lunedì 21 novembre 2005

BryColì: parità dei sessi, almeno in bagno...

Quella che sto per presentarvi potrebbe essere l'invenzione del secolo (attenzione: ho detto "potrebbe"). BryColì, infatti, si pone come soluzione intelligente ad un problema che affligge molte donne: quello di fare la pipì nei bagni pubblici. Come tutti sappiamo, le toilette che si trovano in giro non brillano per igiene e pulizia e l'anatomia femminile costringe le rappresentanti del gentil sesso ad accovacciarsi (o sedersi) sul WC per espletare le proprie funzioni fisiologiche. Dato che il problema non si pone affatto per noi uomini, la Colybrì (anagramma di BryColì) di Fano ha pensato di offrire alle donne la stessa possibilità di fare la pipì restando in piedi, realizzando quello che nel sito ufficiale è descritto come "un comodo imbutino di carta usa e getta che permette alle donne di poter usufruire dei servizi igienici pubblici allo stesso modo degli uomini". Utile? Inutile? Geniale? Ridicolo? L'unico modo per dare una risposta a queste domande è provarlo di persona, anche perché non abbiamo potuto raccogliere testimonianze dirette sull'effettiva efficacia di BryColì (anche il forum un tempo presente sul sito ufficiale è stato chiuso da anni). Se volete testarlo direttamente potete acquistarlo su Internet presso il negozio on-line gestito dal distributore Oasi Team o presso i punti vendita ufficiali, oppure presso l'e-shop o i vari negozi della catena D-Mail.

domenica 20 novembre 2005

Grandi momenti nello sport (3)

Va bene che letteralmente "football" significherebbe "palla da prendere a calci con i piedi", ma non credo fosse questo il significato a cui si alludeva...
[Fonte: Dblk]

sabato 19 novembre 2005

Direzione obbligatoria

Dov'è che devi andare esattamente???
[Fotografato nei pressi di Torricella Peligna (CH)]

venerdì 18 novembre 2005

Avviso al personale

Traduco letteralmente:

AVVISO AL PERSONALE
A causa della crescita progressiva dei costi, dell’aumento della concorrenza e di un vivo desiderio di rimanere in attività è necessaria una modifica alle nostre condizioni di impiego.
Sarà ora necessario svolgere una cosa denominata lavoro tra le pause caffè, pause pranzo, pause tè, pause sigaretta, pause toilette, eccetera.
È intenzione della Direzione chiamare questa cosa LA PAUSA LAVORO

giovedì 17 novembre 2005

Mike, il pollo senza testa

Sembrerebbe una storia degna di Edgar Allan Poe, tipo il fantasma decapitato che tormenta i vivi, ma così non è. Stiamo infatti parlando della vera storia di "Mike the Headless Chicken", com’è conosciuto negli Stati Uniti, ovvero il pollo che visse per ben 18 mesi benché privo della propria testa.
Il fatto ha dell’incredibile e si svolge il 10 settembre del 1945 a Fruita, nel Colorado. Destinato a diventare la cena di un agricoltore, Lloyd Olsen, Mike divenne invece la “gallina dalle uova d’oro” di quest’ultimo. Olsen, infatti, commise un errore nel tagliare la testa del pollo e, mentre la sua testa morì, il suo corpo restò in vita. La mattina seguente Olsen trovò Mike che dormiva con la sua "testa" sotto l’ala, come se nulla fosse, e visto che il pollo sembrava ben determinato a non morire escogitò un modo per nutrirlo. Mike fu quindi nutrito con una mistura di grano ed acqua versati direttamente nell’esofago mediante un contagocce.
Era quindi chiaro che Mike fosse speciale. Olsen lo inviò all’Università dello Utah affinché fosse studiato. Alla fine gli inizialmente scettici scienziati decretarono che Mike era rimasto in vita poiché la lama dell’ascia aveva mancato la giugulare e un grumo aveva impedito che morisse dissanguato, e che comunque non aveva riportato traumi. Inoltre, nonostante la sua testa fosse conservata in un barattolo, la maggior parte del bulbo cerebrale e un orecchio restarono attaccati al corpo. Dato che la maggior parte dei riflessi di un pollo sono controllati dal bulbo cerebrale, Mike fu in grado di rimanere piuttosto “in salute”. Il pollo era infatti perfettamente in grado di stare in piedi e di girare come se nulla fosse accaduto, e continuò persino a crescere! Anzi, Mike riusciva a stare perfettamente in equilibrio ovunque si appollaiasse e riusciva anche ad emettere dei gorgogliii con la gola, anche se era buffo vederlo tentare di allisciarsi le penne con la sua testa inesistente.
Come potete immaginare Mike divenne famoso e Olsen accettò la proposta di un'impresario e iniziò ad esibire il pollo in giro per gli Stati Uniti. A “Miracle Mike”, come presto fu ribattezzato, fu anche dedicato un articolo sulla rivista Life e la sua fama crebbe, al punto di far guadagnare a Olsen circa 4.500 dollari al mese, che nel 1945 non erano pochi.
Purtroppo l’assenza della testa di Mike causava accumuli di muco che lo portavano a soffocare. Olsen escogitò un modo per rimuovere il muco mediante una siringa. Ma un giorno tutto finì. Al ritorno da un tour con Mike i coniugi Olsen si fermarono in un motel a Phoenix. Quella notte udirono Mike soffocare ma si resero conto di aver lasciato la siringa nella loro precedente sosta e non poterono fare nulla per salvarlo. Purtroppo questa volta il povero Mike morì sul serio.
Ma la storia ha un seguito: infatti dal 1999 la città di Fruita celebra una giornata dedicata al pollo “decollato", in onore di uno dei suoi più celebri cittadini. Per saperne di più potete visitare il sito Web ufficiale di Mike.

mercoledì 16 novembre 2005

Investito e ucciso da treno sbatte addosso a viaggiatore

Per la serie "non si può davvero mai stare tranquilli" ecco un notizia strana ma soprattutto splatter.
Un extracomunitario investito e ucciso da un treno è andato a sbattere contro un viaggiatore in attesa sulla banchina della stazione, che è rimasto a sua volta ferito. È accaduto alla stazione ferroviaria di Frattamaggiore, sulla linea ferroviaria Napoli-Roma. Non si sa se l'extracomunitario sia stato investito dal treno o se si sia suicidato. L'urto violento con l'intercity Verona-Napoli lo ha lanciato a diversi metri di distanza, addosso ad un viaggiatore che era in attesa. La scena ha assunto aspetti raccapriccianti all'interno della stazione.
[Fonte: Repubblica - Segnalato da Fabio Valenza]

martedì 15 novembre 2005

Dossier: Le fraschette dei castelli romani

Per i romani sono una vera istituzione, anche se gli abitanti dei Castelli Romani le bollano come cose, appunto, “per romani”. Fatto sta che le fraschette sono tra gli esercizi più frequentati dagli abitanti della capitale.
Le fraschette sono rivendite di antica origine dove ancora si può degustare il vino “sciolto”, ovvero venduto in caraffa, spesso prive di una cucina, quindi non è infrequente giungere in fraschetta armati di ogni genere di provvista (di solito acquistata presso qualche negozio di alimentari nei dintorni o qualche "porchettaro", ovvero uno dei banchi ambulanti che vendono panini con porchetta o con altri ingredienti) per accompagnare il vino acquistato sul posto. Per tracciare la storia delle fraschette ci affidiamo al portale del Turismo della Regione Lazio: “Il nome deriva dall'antico borgo di Frascata, l’attuale Frascati, così chiamato perché nel Medioevo i boscaioli di Tusculum vi costruivano capanne di ‘frasche’. Esse divennero il simbolo dei locali dove si degustava il vino e funsero da rudimentale insegna: si usava apporre un ramoscello ben carico di foglie sulla mezzaluna che sovrastava la porta del locale, per indicare che il vino nuovo era pronto da bere: era questo anche uno strumento economico, perché il vignaiolo, che aveva sostenuto le tante spese della vendemmia e della svinatura poteva ora rifarsi delle perdite subite. Le fraschette erano solitamente rivendite dirette con degustazione e l'interno dei locali era attrezzato con grande semplicità: attorno alle pareti si allineavano le botti, e per gli avventori venivano allestiti tavolacci, panche e anche mastelli capovolti che fungevano da sedili”.
Anche se il suo nome deriva da Frascati, la fraschetta trova la sua massima espressione nell’abbinamento “porchetta e vino”, la cui città fornitrice più accreditata è Ariccia. È quindi ovvio che le fraschette di Ariccia siano tra quelle maggiormente frequentate ed apprezzate, specialmente durante il periodo della Sagra della Porchetta, il cui momento più atteso è il passaggio del carro allegorico con distribuzione gratuita di panini con porchetta, il gustoso maialino croccante.
Questo era il piatto preferito dell' imperatore Nerone e vanta origini risalenti a 3.000 anni fa, quando il popolo dei Prisci Latini per celebrare la nascita della Lega Latina si riuniva ogni anno in una grande festa e offriva in sacrificio suini e cinghiali al dio Marte. Ma come mai proprio ad Ariccia? Pare che la città in passato fosse circondata da boschi di querce e castagni, dove pascolavano branchi di suini bradi, di qui l’abitudine per gli abitanti di Ariccia di consumare carne di maiale allo spiedo. In ogni caso sono molti i produttori di porchetta in città, tanto che si è formato un Consorzio di Tutela. Il suino, giovane di 6-7 mesi, è cucinato allo spiedo, aromatizzato con sale, pepe, aglio e finocchio selvatico. Un successo per i maestri della porchetta, tutti ariccini che conservano gelosamente la ricetta. Un segreto che non sta solo nel momento della sua preparazione, ma anche in un'accurata selezione dei maiali, che per diventare porchetta devono avere il giusto peso, un'adeguata struttura ossea e grasso ben distribuito. Considerata un piatto perfetto per lusingare i palati nelle feste tra amici o nei pranzi in famiglia, la porchetta è ottima se accompagnata da pane casereccio e un bicchiere di vino.
In questa trattazione dedicata alla gastronomia tipica laziale non possiamo non citare le “coppiette”. Nelle osterie romane le coppiette (originarie della Ciociaria) erano ai tempi di Giuseppe Gioacchino Belli delle striscette di carne di cavallo essiccate, utili (agli osti) soprattutto per incrementare la sete degli avventori e il consumo delle “fojette” (ovvero le caraffe da mezzo litro in cui veniva servito il vino). Si vendevano, come dice il nome stesso, a coppie. Le mutate abitudini dei romani e la diminuzione del numero dei cavalli hanno mandato in disuso quel particolarissimo cibo; ma le coppiette sono tenute ancora in onore ad Ariccia (insieme alla porchetta) e in alcuni comuni della provincia di Frosinone, in particolare a Guarcino e Vico nel Lazio, che hanno aggiornato ai tempi le modalità di produzione, a cominciare dalla materia prima. Le coppiette ciociare infatti oggi sono di carne suina (coscia del maiale). Le strisce di carne, tagliate con speciali lame, sono condite con sale e spezie naturali, quindi infilzate con spaghi e canapa e messe a stagionare, l'una separata dall'altra, per sessanta giorni circa.
Per scoprire l’ubicazione e qualche segreto in più sulle fraschette dei Castelli Romani potete visitare Fraschette.com, il portale delle Fraschette Romane, del quale esiste anche una simpatica versione in dialetto romanesco.

lunedì 14 novembre 2005

Sondaggio sui lettori dei blog italiani

Sondaggio sulla blogosfera italianaVolevo segnalarvi un'importante iniziativa promossa dalla società editoriale indipendente Blogo.it. Si tratta del primo sondaggio riguardante i blog italiani, aperto anche a blog esterni al circuito di Blogo. Per questo motivo possono partecipare tutti i blogger interessati a far parlare della blogosfera italiana sulla base di dati affidabili. I blogger che desiderano partecipare ospitando sul proprio blog il banner del sondaggio concorrono all'estrazione di un iPod nano. I risultati del sondaggio saranno pubblicati il 10 dicembre 2005, mentre i lettori dei blog sono invitati a rispondere alle 10 domande del sondaggio per partecipare all'estrazione di un navigatore satellitare GPS "stand alone" TomTom GO 300 del valore di ben 499 euro. Quindi, se volete tentare la fortuna, cliccate sul banner presente in questo post o, se preferite, su quello presente nella colonna dei menu, alla vostra destra e sotto il box del profilo. Allora, cosa aspettate? Partecipate numerosi! Mi sembra un'iniziativa degna di considerazione, no? Per maggiori informazioni cliccate qui.

domenica 13 novembre 2005

Grandi momenti nello sport (2)

Anche ai calciatori di Serie A, nel corso di certe azioni concitate, capita che qualcosa vada... in fuorigioco!
O forse è semplicemente un caso di "fallo laterale"?
;-)

sabato 12 novembre 2005

Avviso sgrammaticato

Il foglio affisso sul cartello di divieto di sosta recita: "Per causa lavori di marciapiedi si prega di uscire le auto fuori dalle ore 8-17 giorno 17-9-03"
…Come dire: "scendi il cane e piscialo".

venerdì 11 novembre 2005

Ancora sull'uomo con il megafono

Vi ricordate del simpatico di Pierluigi Lenoci, alias "Uomo con il megafono", l'inventore inconsapevole di una nuova forma di presenzialismo sul Web, ma soprattutto di una nuova filosofia: "il megafono quale metafora del bisogno di comunicazione di un novello prometeo"? Se non ve lo ricordate, potete leggere qui il post che gli avevo dedicato alcuni giorni fa. In ogni caso vi avevo anche parlato della delirante galleria fotografica del suo sito, che ospita le immagini realizzate da chi ha deciso di sostenere questo curioso personaggio.
Ne approfitto per pubblicare qui anche il suo antipixel, cosa che non avevo fatto nello scorso post su di lui:

L'uomo con il megafono

Purtroppo però avevo dimenticato di segnalarvi il mio personale contributo alla causa di Pierluigi. Se volete visionarlo scegliete questo link, se invece volete commentarlo cliccate qui.
Ne approfitto per segnalarvi anche la creazione di due amiche de Il dottor StranoWeb, Evyna e Bloom: cliccate qui per vederla e qui per commentarla.

giovedì 10 novembre 2005

La macchina del tempo del Web

Sapete che in alcuni casi è possibile letteralmente "resuscitare" dei siti Internet o dei blog da tempo morti e sepolti (quindi scomparsi dalla Rete)? Non sto parlando dell'abusata, quanto spesso inutile, funzione "Versione cache della pagina" di Google, ma dell'incredibile Wayback Machine, utilissimo strumento approntato da The Internet Archive. Grazie a questo tool potrete così trasformarvi in Web-archeologi per riesumare e rileggere articoli, post, pagine Web e qualunque altro contenuto pubblicato online, a patto che questo sia stato a suo tempo catturato dalla Wayback Machine. Il principio è semplice: la Wayback Machine ha periodicamente "scattato delle fotografie" di moltissimi siti Internet. Facendo una rapida ricerca presso il relativo sito potrete facilmente recuperare, e quindi visualizzare, le varie istantanee corrispondenti a vari momenti della vita dei siti Internet che vi interessano. Potrete quindi rivedere la grafica di un sito prima di un restyling, riguardare siti ormai estinti o ridotti a zombi com'erano all'epoca in cui essi erano in attività. Per aiutarvi, degli asterischi indicano le istantanee in cui figurano delle modifiche al sito.
Volete un esempio? Qui potete ad esempio rileggere com'era la homepage di Repubblica in uno dei giorni immediatamente successivi all'attacco alle Torri Gemelle del World Trade Center di New York; invece qui potete vedere una vecchissima versione del sito di Virgilio.it, mentre per una ancora più vecchia di Libero.it potete cliccare qui; infine, cliccando qui potete resuscitare theGNUeconomy, ovvero l'antico, e ormai defunto, blog di Gianluca "Macchianera" Neri.
Allora cosa aspettate? Date il via alla vostra prima campagna di scavi archeologici sul Web!

mercoledì 9 novembre 2005

E la chiamano vita da cani...

Girovagando per la grande Rete (sì, insomma, per Internet) mi sono imbattuto in un sito, Emilu', che vende (testuali parole) "abbigliamento e accessori per cani: cappotti, maglioni, collari, bijoux". Effettivamente fa uno strano effetto leggere sulla homepage di Emilu' frasi tipo "Guarda il defilé degli amici a quattro zampe che hanno scelto i prodotti Emilu'. Se anche il tuo beniamino ama farsi fotografare con i nostri capi esclusivi, mandaci la sua foto e la vedrai pubblicata in questa pagina". Tuttavia gli articoli in vendita presso Emilu' sono molto simpatici e piaceranno sicuramente a molti.
Ma siamo proprio sicuri che i cagnolini non preferiscano il caro, vecchio nude look?

martedì 8 novembre 2005

Uno contro l'altro su Google

Volete organizzare delle sfide impossibili tra due rivali qualunque, a colpi di risultati e "keywords" su Google? Questo è possibile grazie a Google Fight, un sito (a quanto ho capito, poiché non viene spiegato nel dettaglio) che analizza il numero di risultati presenti su Google per ciascuno dei contendenti e ne decreta la vittoria. Ecco un esempio di sfida impossibile: Mr. Diego contro Berlusconi, vinta di misura dal sottoscritto :-) (cosa assolutamente non realistica... ma lasciamo perdere!).
A questo punto vi chiederete se Google Fight serva a qualcosa. Assolutamente no, però può essere divertente, quindi direi che merita a pieno titolo un posto su Il dottor StranoWeb.

lunedì 7 novembre 2005

Inchiesta: "Donne, è arrivato l'arrotino!"

Quanti di voi hanno riconosciuto nel titolo del post il noto richiamo dell’arrotino? Probabilmente tutti. Eh sì, perché questo è esattamente parte del messaggio pubblicitario sonoro con il quale l’arrotino annuncia il suo passaggio sotto le vostre case. Per molti, come me, l’arrivo dell’arrotino suscita ricordi nostalgici legati all’infanzia, periodo in cui era possibile ascoltare molto più spesso di oggi il noto annuncio:

È arrivato l'arrotino.
Arrota coltelli, forbici, forbicine, forbici da seta, coltelli da prosciutto!
Donne è arrivato l'arrotino e l'ombrellaio; aggiustiamo gli ombrelli; l'ombrellaio, donne!
Ripariamo cucine a gas: abbiamo i pezzi di ricambio per le cucine a gas.
Se avete perdite di gas noi le aggiustiamo, se la cucina fa fumo noi togliamo il fumo della vostra cucina a gas.
Lavoro subito, immediato.
È arrivato l'arrotino!

La cosa che fa più sorridere di questo messaggio è il fatto che sia esattamente lo stesso in tutta Italia. A dire il vero qualche arrotino utilizza lo stesso nastro, pronunciato dalla stessa voce, ma con qualche minima variante: è come se il messaggio originale fosse molto più lungo e che ne siano state poi realizzate delle differenti versioni tagliate. Ne è un esempio questa:

Donne, è arrivato l'arrotino!
Arrotiamo pinze, forbici, coltelli da prosciutto!
Donne è arrivato l’arrotino e l'ombrellaio!
Se la vostra cucina fa fumo, noi togliamo il fumo dalla vostra cucina a gas.
È arrivato l'arrotino!

In ogni caso, qualunque arrotino che si rispetti suole girare a passo d’uomo per le strade a bordo di un’automobile munita di altoparlanti che scandiscono in continuazione lo stesso messaggio. Se volete ascoltare l’MP3 cliccate qui. Potete poi trovare anche un simpatico file sull’arrotino realizzato con Macromedia Flash. Tra l’altro è interessante notare come un difetto di dizione dello speaker del messaggio (il portavoce degli arrotini?) trasformi la parola “gas” in “gàsse”, così che quanto udito dai potenziali clienti sia “Ripariamo cucine a gasse: abbiamo i pezzi di ricambio per le cucine a gasse. Se avete perdite di gasse noi le aggiustiamo, se la cucina fa fumo noi togliamo il fumo della vostra cucina a gasse”. Questo è sicuramente un ulteriore, divertente particolare che ci rende più simpatico l’arrotino. Del messaggio pubblicitario in questione, Caffè nichilismo ne fa un’interessante analisi. Chissà chi è lo speaker degli arrotini.
Lo stesso messaggio “Donne, è arrivato l’arrotino” è fonte di molte domande. Il fatto che lo stesso messaggio venga impiegato in tutta la penisola suscita il dubbio che esista un “kit dell’arrotino”, destinato a chi vuole intraprendere tale professione, comprendente la fatidica audiocassetta su cui è inciso il magico messaggio. Kit magari realizzato da una "Arrotino Holding" che potrebbe essere la licenziataria di un’attività in franchising su scala nazionale. Oppure realizzato da un "Sindacato Autonomo degli Arrotini"? Magari legato ad una lobby degli arrotini? Questo scenario vi sembra inverosimile? Eppure ho scoperto che dal 1998 esiste una Associazione nazionale degli Arrotini e delle Coltellerie (AAeC): sono loro i "mandanti"? E poi, l'arrotino e l'ombrellaio sono due entità diverse o sono la stessa persona affetta da crisi di identità? ;-)
Ma scherzi a parte, chi è davvero l’arrotino, questa figura quasi mitologica? Premesso che “arrotino” è ormai per molti sinonimo di “rompiscatole che vi sveglia la domenica alle 8 di mattina, ovvero nell’unico giorno in cui potreste dormire un po’ di più del solito”, è interessante notare come negli anni questa professione abbia subito degli importanti mutamenti.
Quello dell’arrotino è infatti un mestiere antichissimo, nato in epoche in cui non esisteva il consumismo e far arrotare, anziché gettar via, un coltello non più tagliente era la prassi.
Sembra che nei tempi antichi il mestiere fosse un secondo lavoro invernale, tramandato di padre in figlio, dei contadini di montagna della Val Rendena, la zona del Trentino situata nel cuore delle Dolomiti di Brenta comprendente anche Madonna di Campiglio e Pinzolo, dove nel 1969 fu eretto il monumento all’arrotino. Fino al primo dopoguerra gli arrotini rendenesi giravano l'Europa austroungarica con la mola al seguito. I più intraprendenti si fermavano in qualche città e aprivano il negozio, così molti arrotini rendenesi si sono trapiantati altrove.
Un altro importante luogo d'origine degli arrotini è il Molise, da cui dovrebbero provenire quelli che girano in automobile con gli altoparlanti. I più bravi a Roma (la famiglia Zoppo) hanno aperto una catena di profumerie. Già in origine, quindi, l’arrotino era un ambulante che girava per i paesi a dorso d’asino, poi in bicicletta, portando con sé la pesante mola affilatrice, manovrata con un sistema di leva a pedale. La diffusione delle automobili ne ha poi favorito gli spostamenti e l’attività: ricordo personalmente di arrotini che a metà anni '70 giravano per Roma a bordo di Fiat 500 modificate in modo che al motore fosse collegata una puleggia che metteva in rotazione la mola; l’arrotino non doveva far altro che aprire il vano motore della 500 per servire il cliente. Già allora l’arrotino aveva adottato l’attuale messaggio pubblicitario e già lo diffondeva attraverso degli enormi altoparlanti montati sul tettuccio dell’automobile, come si usava fare per i messaggi elettorali. Oggi l’arrotino non gira più su una malmessa Fiat Uno bianca ma si è anche lui evoluto verso modelli di autovettura più recenti (ne ho recentemente avvistato uno su una Volkswagen Golf e uno addirittura in BMW!), anche se si hanno notizie di arrotini tradizionali che girano per i vecchi rioni di Roma tipo Trastevere in carretto o su antiche biciclette, con i ferri del mestiere montati su, attirando i clienti gridando a squarciagola "Arrotinooo!!!" .
C’è chi afferma che gli attuali arrotini siano come dei dinosauri che non sanno di essere estinti. I tempi infatti sono cambiati: sono scomparse le cucine a gas e coltelli e ombrelli si gettano via e si ricomprano nuovi. Possibile che ci sia ancora qualcuno che scende in strada con le lame da affilare o con gli ombrelli da aggiustare? Fatto sta che sappiamo per certo che i servigi dell’arrotino sono ancora molto in voga presso i macellai e le macellerie di quartiere.
Considerato unanimemente in via di estinzione, il mestiere dell’arrotino è stato oggetto nel 2002 di un’indagine Lab-Mim, Laboratorio Monitoraggio Imprese Milano, della Camera di Commercio milanese, che ha evidenziato la presenza di tre soli arrotini “in servizio” nel capoluogo lombardo, 15 inclusa la provincia, 67 in Lombardia e 514 in tutta Italia. Di ombrellai nel capoluogo lombardo non è rimasta traccia; in compenso se ne conta uno in Lombardia e 12 in Italia, e comunque si tratta di ombrellai che affiancano all'attività primaria quella magari di arrotini, pellettieri, venditori di profumi e di articoli di bigiotteria.
La cosa appare strana se pensiamo che il tariffario dell’arrotino (come quello di qualunque artigiano: provate a chiedere un preventivo ad un falegname se volete verificare) è piuttosto remunerativo. Si va dai 10 euro per la riparazione di un’asticella dell’ombrello a tariffe variabili tra i 5-10 e i 25 euro per arrotare un solo coltello! Per finire, si parla di 100-150 euro per una revisione completa della cucina economica. A ciò si aggiunge l’eventuale "servizio a domicilio" che fa salire di 30-40 euro il costo preventivato. Insomma, ora si capisce perché al giorno d'oggi io giri in autobus e l’arrotino sul Mercedes!
Ma non è di vile denaro che si alimenta il fascino dell’arrotino. Tra le tante testimonianze raccolte per questa inchiesta c’è chi farebbe carte false per incontrarne uno e io stesso non sono riuscito a contattarne direttamente uno in carne ed ossa, né tantomeno a registrarne l’arcano messaggio pubblicitario. La stessa figura dell’arrotino sembrerebbe avvolto da un’aura leggendaria. È comunque una figura affascinante e romantica, che suggerisce i ricordi di un tempo passato (“ricordi dei tempi belli de ggioventù”, cantava Lando Fiorini in Vecchia Roma), quasi fosse un cavaliere fatato o un detentore di antichi segreti, e c'è addirittura chi da piccolo lo ammirava tanto da sognare da grande di fare l'arrotino.
Ma si ferma mai l’arrotino? È come se questi fosse una specie di Ebreo Errante destinato a vagare in eterno senza mai fermarsi e, infatti, c’è chi giura di aver visto soltanto arrotini in movimento a bordo della propria auto, ma mai nell’esercizio effettivo delle proprie funzioni.
Per concludere, leggenda o meno, vediamo dov’è possibile trovare gli arrotini. Se siete tanto fortunati da abitare in un luogo abitato da potenziali clienti, basta aspettare la mattina del sabato o della domenica per udirne il richiamo (ma occorre essere pazienti poiché non passano tutte le settimane). Se invece volete sapere nomi e cognomi, questo è l’elenco degli iscritti alla AAeC.

Aggiornamento del 20/12/2005: L'inchiesta sull'arrotino continua qui, dove troverete anche dei nuovi MP3 di qualità migliore, realizzati in esclusiva da Il dottor StranoWeb.

[Ringrazio The Instablog per la trascrizione e l'MP3 del messaggio dell’arrotino e ZioFringuello per il file Flash dedicato all’enigma dell’arrotino]

domenica 6 novembre 2005

AAA vendesi attico panoramico

Annunci immobiliari. Vendesi attico panoramicissimo esteso per l'intero piano. L'attico gode di vista mare da tutti e quattro i lati. Le condizioni dell'appartamento sono ottime. Leggermente scomodo da raggiungere, ma il panorama di cui si gode vale la spesa...

sabato 5 novembre 2005

Napalm contro i Puffi

L'UNICEF belga ha organizzato la campagna "Laissez les enfants en paix" (ovvero "lasciate i bambini in pace") per sensibilizzare l'opinone pubblica sul problema dei bambini rifugiati nelle zone di guerra e, in particolare sulla condizione dei bambini ex-soldato in Burundi, e per raccogliere fondi per la loro riabilitazione. Per l'occasione è stato realizzato un filmato-shock. Nel videoclip, il villaggio dei Puffi viene addirittura bombardato col napalm e distrutto. Insomma, per dirla con Lillo & Greg in versione Latte e i Suoi Derivati, "'na camboggia!". Le immagini sono impressionanti, soprattutto per i più piccoli, con baby puffo che singhiozza tra cadaveri e macerie, il corpo senza vita di Puffetta riverso in terra, casette distrutte e incendiate. Tanto impressionanti che è stato deciso di non mandare in onda il filmato prima delle 21.
Per saperne di più potete sbirciare una preview del telegiornale belga.
[Fonte: Repubblica - via Muttley's Weblog]

venerdì 4 novembre 2005

Anche i buoni cristiani vogliono l'iPod

Per tutti gli utenti di iPod Shuffle che desiderano professare apertamente la propria fede nella Apple (oppure la propria fede cristiana), arriva iBelieve (ossia "io credo", nome che nella forma riprende la tradizione Apple), un cordoncino che consente di portare l'iPod Shuffle appeso al collo, completo di cappuccio realizzato con lo stesso materiale costruttivo dell'iPod, che trasforma l'insieme in una collana a forma di croce. Lo scopo di questo prodotto è quello di rappresentare l'affermazione di ogni gadget tecnologico Apple come una nuova religione, senza alcun riferimento al cristianesimo. In ogni caso l'effetto è piuttosto curioso.
[Segnalato da TurboBlix]

giovedì 3 novembre 2005

L'uomo con il megafono

L'ho scoperto qualche giorno fa su Macchianera e ne ho seguito incuriosito la parabola ascendente. Sono infatti sempre più i siti che ne diffondono l'icona e altrettanti gli utenti che lo pongono in contesti fantasiosi e divertenti realizzando sempre nuove immagini che ne arricchiscono la galleria fotografica: un vero delirio! Sto parlando di Pierluigi Lenoci, alias "Uomo con il megafono", un simpatico toscano che ha avuto i suoi cinque minuti di notorietà trovandosi la faccia "affissa" in giro per la Rete a seguito dell'appello dell'Indignato:


L'uomo con il megafono

"(...) E la mission di uno che è anche blogger deve essere renderlo famoso. Far diventare un uomo un tormentone. L'uomo col megafono è un’icona, porta il megafono quale metafora del bisogno di comunicazione di un novello prometeo. Segnalatelo, prendetelo, mettetelo su qualunque sfondo (...)"

Se volete partecipare anche voi all'iniziativa potete visitare questa pagina, dove potete prelevare foto o antipixel dell'uomo con il megafono, da diffondere o modificare come volete.
A questo punto direi che la mia parte l'ho fatta. Pierluigi, ricordati de Il dottor StranoWeb quando sarai famoso! ;-D

Aggiornamento dell'11-11-2005: leggete anche questo secondo post sull'argomento.

mercoledì 2 novembre 2005

Ma tu non hai fame?

Carletto, il simpatico testimonial dei Sofficini Findus, seduto sul lunotto di un'automobile
[Fotografato a Cagliari (CA)]

È nata la cyberarcheologia!

Probabilmente non vi sarà sfuggito il fatto che di recente, nei pressi di Parma (precisamente a Sorbolo), è stata ritrovata una villa di epoca romana grazie ad uno strumento insospettabile, Google Earth, il programma che permette di esplorare il mondo mediante foto satellitari zoomabili. La scoperta è stata effettuata grazie al contributo del programmatore e blogger Luca Mori, già definito “archeologo per caso” che, semplicemente esplorando i dintorni del luogo in cui abita, ha notato una strana conformazione del terreno.
A seguito della sua segnalazione presso archeologi professionisti, tra cui quelli del museo di Parma, è stata organizzata una spedizione che ha portato al ritrovamento di manufatti in ceramica ha permesso di certificare che si tratta dei resti di una villa romana. Mori ha dato anche via al sito CyberArchaeologist.net, il “primo portale per archeologi in erba”, che incoraggia l’utilizzo di questa nuova tecnica e raccoglie le segnalazioni degli utenti circa possibili nuove scoperte archeologiche.
Allora che aspettate a calarvi anche voi nei panni di un cyberarcheologo? Potreste scoprire anche voi un importante pezzo della nostra storia!

martedì 1 novembre 2005

Grandi momenti nello sport (1)

Nello sport (e specialmente nel calcio) il fair play è tutto...
[Segnalato da: Avv. Paolo]